Le tifoserie più focose del calcio

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Per cercare di risalire alle origini del tifo organizzato e scoprire dove possa essere nato questo fenomeno dobbiamo fare un bel salto indietro nel tempo fino all’antica Grecia, quando gli eventi sportivi erano seguiti con molta attenzione dal popolo; bisogna dire però che un evento sportivo di quei tempi non assomiglia neppure lontanamente ad uno di quelli a cui siamo abituati invece oggi, ed anche il contesto è sicuramente diverso. Nell’antica Grecia la competizione sportiva assumeva più i toni di una sana e leale competizione tra le polis che quelli di una gara in una qualsiasi disciplina e, a prescindere da chi ne fosse uscito vincitore, ogni evento si concludeva con feste e celebrazioni per tutti gli atleti; oggi come sappiamo la cosa è ben diversa.

Oggi si rischia veramente di oltrepassare la sottile linea che separa lo sport dalla politica, dal razzismo, dalla fede religiosa, ed il calcio più di ogni altro sport al mondo risulta essere una valvola di sfogo per molte persone che con lo sport non hanno proprio nulla a che fare.

Folklore e violenza, due diverse espressioni del tifo organizzato

Non bisogna però fare di tutta un’erba un fascio, non sarebbe giusto per chi invece, quando va allo stadio ad incitare la propria squadra del cuore, lo fa con lo spirito giusto e con la semplice voglia di gridare per un gol ed abbracciarsi con gli amici per celebrarlo. Nel calcio oggi troviamo curve completamente ‘politicizzate’ costituite da interi gruppi (molto spesso violentissimi) di giovani militanti in schieramenti politici, ed anche curve ‘indipendentiste’, dove non può entrare nessuno, neppure la Polizia, perché verrebbe respinta pesantemente; per fortuna però esistono anche tifoserie che con tutto questo hanno ben poco a che vedere, e che si fanno notare in tutto il mondo esclusivamente per la loro allegria, i colori, i cori, il folklore.

Ovviamente qualche piccola scazzottata bisogna sempre metterla in preventivo quando si va allo stadio, questa è una cosa quasi normale quando ci si trova a contatto con decine di migliaia di persone e potrebbe succedere a chiunque però, almeno in alcuni casi, non si rischia di trovarsi in mezzo a guai molto più seri.

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Quali sono le tifoserie italiane e mondiali più colorate e chiassose?

Se parliamo di coreografie e cori, di colori e suoni allegri che meraviglierebbero chiunque, specie se eseguiti all’unisono da decine di migliaia di ultras, il panorama mondiale delle tifoserie che maggiormente eccellono in questo senso è davvero molto vasto, e lo stesso modo di incitare la propria squadra cambia aspetto a seconda del paese in cui ci si trova.

L’Argentina ad esempio è degnamente rappresentata dalle tifoserie del San Lorenzo, del Boca Juniors, del River Plate o anche del Newell’s Old Boys, il Brasile da quella del Flamengo, del Fluminense, del Corinthians o del Vasco da Gama; se facciamo un salto in Europa invece spiccano per imponenza e colori la curva del Borussia Dortmund in Germania, quella del Liverpool e del Celtic Glasgow nel Regno Unito, e quelle di Olympiakos, Stella Rossa Belgrado, Galatasaray, tanto per citarne altre sparse un po’ su tutto il continente. In Italia vanno certamente menzionate le tifoserie di Napoli, Genoa, Roma, Palermo, anche se attualmente quest’ultima gioca in serie B.

Organizzare il tifo per sostenere la squadra quando gioca in casa

La partita casalinga diventa una vera e propria giornata di lavoro per coloro che fanno parte di un gruppo di tifosi organizzati, e le attività che si svolgono il giorno del match sono tantissime; si comincia già all’alba, quando i primi tifosi si riuniscono nei club per preparare bandiere e striscioni da collocare in curva, bengala e fuochi artificiali (che nonostante siano vietati compaiono puntualmente ogni Domenica in tutti gli stadi), cartelli colorati e coriandoli da distribuire a tutta la curva per offrire alla squadra del cuore un caloroso benvenuto in casa propria.

I capi ultras fanno il loro ingresso sugli spalti almeno 4/5 ore prima del match e scompongono la loro curva in vari settori, opportunamente delimitati con del nastro da recinzione; disporranno i vari gruppi di tifosi come meglio lo riterranno opportuno per ottenere il miglior effetto scenico, ed assegneranno ad ogni posto a sedere un foglio di istruzioni da seguire durante il corso della partita per creare coreografie di vario genere, un lavoro accurato e certamente non facile.

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Le trasferte dei supporters più temibili

E poi ci sono i violenti, ovvero quelli che tutto il mondo conosce meglio come hooligans, quelli che allo stadio vanno principalmente per dare sfogo alle loro repressioni ed ai loro disagi sociali, giovani senza alcun tipo di etica o valore umano, esseri che con le loro gesta hanno fatto allontanare dal calcio chi invece cercava solo un modo per passare due ore in allegria sostenendo i colori della propria squadra del cuore in santa pace.

In molte occasioni una semplice partita di calcio per alcuni diventa la scusa ideale per fare violenza contro tutto e tutti; aggrediscono i cordoni di sicurezza formati dalla Polizia senza alcun motivo, rompono e distruggono qualsiasi cosa gli si presenti a portata di mano, insultano e provocano chiunque si interponga sul loro cammino. E’ principalmente fuori dalle mura domestiche che i violenti sfogano la loro rabbia, ovvero quando vanno in trasferta; treni interamente sfasciati, sassaiole e battaglie campali contro supporters di altre squadre, invasioni di campo e disordini di ogni genere…davvero di tutto. Eppure, oggi ci sarebbero tutti i mezzi per poterli identificare e punire adeguatamente uno ad uno, non si capisce cosa si aspetti ancora.

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